
Paolo Fresu & Rita Marcotulli duo
Luglio 19 @ 9:30 pm - 11:00 pm

Mercoledì 19 luglio 2023, ore 21:30
Cervo, Piazza dei Corallini
Paolo Fresu & Rita Marcotulli duo
Paolo Fresu – tromba, flicorno, effetti
Rita Marcotulli – pianoforte, effetti
Paolo Fresu & Rita Marcotulli duo
Benché si conoscano e si stimino vicendevolmente da moltissimo tempo e che abbiano spesso incrociato i propri strumenti in diversi progetti, Rita Marcotulli e Paolo Fresu non avevano ancora pensato ad un incontro in duo che ha tutte le carte in regola per affascinare e conquistare.
Ovvio che si giochi “in casa”. Ovvio che si giochi sul quale famoso tocco mediterraneo che il duo formato da Paolo Fresu e Rita Marcotulli conosce alla perfezione. Sensibilità, nuance e poesia da ricercare nell’intimo di due grandi interpreti della musica contemporanea.
Ciò che accomuna il duo di Paolo Fresu e Rita Marcotulli è sicuramente la ricerca del “bello” dell’arte musicale, talvolta in maniera semplice, diretta, acustica. Talvolta invece filtrato da un pizzico di elettronica che fa sconfinare il progetto nell’immensa tavolozza dei colori della musica contemporanea.
Con bene in testa la capacità di improvvisare e conquistare territori impensati. Con bene in testa il jazz che li ha fatti crescere ma specialmente tutto ciò che è buona musica.
Il Paolo Fresu e Rita Marcotulli duo è un incontro fatto di grazia, sensibilità ed emozioni. Architettato con sapienza e proposto con stile ed eleganza.
Non servono altre parole. Questo è un concerto di quelli che servono alla testa ma da lasciare scendere nel cuore.
Biglietti
- Poltrone € 40,00 – ingressi € 25,00
- Ingresso ragazzi fino a 19 anni e studenti sino a 26 anni: € 15,00
- Bambini fino ai 10 anni e disabili: ingresso gratuito
Paolo Fresu
Fresu is one of those musicians who come from time to time to remind us why jazz is so special and unique”
(Buenos Aires Herald)
La banda del paese e i maggiori premi internazionali, la campagna sarda e i dischi, la scoperta del jazz e le mille collaborazioni, l’amore per le piccole cose e Parigi. Esiste davvero poca gente come Paolo Fresu capace di mettere insieme un tale abbecedario di elementi e trasformarlo in un’incredibile e veloce crescita stilistica.
A questo punto della sua fortunata e lunga carriera, non serve più enumerare incisioni, premi ed esperienze varie che l’hanno imposto a livello internazionale e che fanno sistematicamente ed ecumenicamente amare la sua musica. Dentro al suono della sua tromba c’è la linfa che ha dato lustro alla nouvelle vague del jazz europeo, la profondità di un pensiero non solo musicale, la generosità che lo vuole “naturalmente” nel posto giusto al momento giusto. Ma, soprattutto, l’enorme e inesauribile passione che lo sorregge da sempre.
Il presente di Paolo Fresu è, come al solito, turbinoso, degno dell’artista onnivoro e creativo che tutti riconoscono in lui.
Oggi, a parte un sorprendente lato letterario che è sfociato nella pubblicazione di alcuni interessanti lavori editoriali e l’importante consegna delle Laurea Honoris Causa dell’Università la Bicocca di Milano nonché quella puramente musicale della nobile Berklee School of Music newyorkese, è fatto del suo storico quintetto che si avvicina alla boa dei quattro decenni di piena collaborazione e stima reciproca. Ma è anche quello del quartetto “Devil”, che riscatta a pieno merito i successi del celebrato “Angel” che impose Paolo Fresu all’attenzione europea qualche lustro fa oppure del suo nuovo trio con due giovani leoni del jazz contemporaneo nazionale quali Dino Rubino e Marco Bardoscia.
Crescono poi le importanti realtà contemporanee. Solo alcune di queste sono il duo con Uri Caine, la collaborazione con Carla Bley (e Steve Swallow) e il fortunato incontro con Ralph Towner che ha fatto da ponte all’ingresso del nome di Paolo Fresu nell’entourage della celebrata e nobile etichetta ECM. Questa, oltre al lavoro con Towner, ha poi pubblicato il bellissimo lavoro Mistico Mediterraneo con Daniele Di Bonaventura e il coro polifonico corso A Filetta e il disco in duo con il bandoneonista marchigiano poi bissato (per la sua etichetta T ǔk) da un lavoro del duo allargato con la presenza di Jaques Morelenbaum al violoncello.
Il suo presente più attuale lo vede attivo, in ottica più esterofila, in trio con Richard Galliano e il pianista svedese Jan Lundgren (“Mare Nostrum”) e in diverse nuove avventure con importanti nomi dell’entourage jazzistico contemporaneo quali, ad esempio, Omar Sosa, Trilok Gurtu, Gianluca Petrella. E, ancora, con Lars Danielsson, Eivind Aarset, Chano Dominguez, Oren Marshall o Arild Andersen. Interessanti sono, poi, i progetti con alcuni grandi nomi del mondo letterario e teatrale italiano – citiamo, in particolar modo, Ascanio Celestini, Lella Costa, Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni, Giuseppe Battiston, la frequentazione del mondo teatrale stesso quale primo interprete grazie ai lavori prodotti dal Teatro Stabile di Bolzano fra i quali il grande successo delle pièce “Tempo di Chet” e “Tango Macondo”. Occorre citare infine, una nuova serie di piccole ma importanti collaborazioni con la musica “intelligente” delle frange popolari italiane oppure dell’elettronica.
Rita Marcotulli
Pianista e compositrice, Rita Marcotulli ha studiato al Conservatorio di Santa Cecilia musica classica e con il Maestro Arnaldo Graziosi e con Susanna Spitanlick. Comincia a suonare professionalmente all’interno di piccoli gruppi negli anni settanta. Successivamente inizia a collaborare con svariati artisti internazionali, per citarne alcuni: Jon Christensen, Palle Danielsson, Peter Erskine, Joe Henderson, Helè ne La Barriè re, Joe Lovano, Charlie Mariano, Marilyn Mazur, Pat Metheny, Sal Nistico, Michel Portal, Enrico Rava, Dewey Redman, Aldo Romano, Kenny Wheeler, Norma Winstone.
Nel 1987 Rita Marcotulli viene votata Miglior nuovo talento attraverso un sondaggio della rivista Musica Jazz. Entra a far parte nel 1989 del gruppo di Billy Cobham con il quale si esibisce in tutto il mondo.
Nel 1992 accede al gruppo di Dewey Redman con il quale collabora per 15 anni suonando in tutta Europa e Sudamerica. In seguito, Rita Marcotulli si trasferisce in Svezia, lavorando con musicisti nord europei del calibro di Palle Danielsson, Marilyn Mazur, Jon Christensen, Niels Petter Moelvar, Anders Jormin, Tore Brumborg. Queste collaborazioni influenzano e consolidano il suo modo di comporre.
Tornata in Italia, Rita Marcotulli collabora, fra gli altri, con Ambrogio Sparagna e Pino Daniele. Nel 1996 accompagna Pat Metheny in un’esibizione al Festival di Sanremo. Più recentemente ha partecipato alla realizzazione del film “Basilicata Coast to Coast”, per il quale si è occupata della colonna sonora.
Grazie a questo lavoro Rita Marcotulli ha ricevuto il Ciak d’oro nel 2010, il Nastro d’argento alla migliore colonna sonora nello stesso anno, il David di Donatello per il miglior musicista nel 2011 (prima donna in assoluto a ricevere questo riconoscimento) e il Premio Top Jazz 2011 come miglior artista del jazz italiano secondo la rivista Musica Jazz.
Nel febbraio 2013 è membro della giuria di qualità alla 63a edizione del Festival di Sanremo, condotta da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto..
Nel 2017 Rita Marcotulli è stata nominata Ambasciatore dell’Umbria nel mondo. Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella le ha consegnato nel 2019 il premio onorario come Ufficiale della Repubblica. Ancora, nel 2019, la nominations come membro della Royal Accademy di Svezia istituita nel 1774 dal re Gustavo.
Oggi Rita Marcotulli è una pianista e compositrice famosa, rispettata per il suo stile di suono unico e la capacità di improvvisare. La sua fonte di ispirazione è vasta e include anche influenze dalla musica brasiliana, africana e indiana.